CAMCO

Luca Farevelli ci parla della Via Francigena con l’autorevolezza di pochi altri

Luca
Luca con la sua Bisbìn nera

Non solo viandante lungo la via francigena nel suo intero percorso: Vediamo perchè Luca conosce questa via di pellegrinaggio come pochi altri.

Avevamo già nominato Luca Faravelli nel nostro articolo “Cosa mettere nello zaino?”; in quell’occasione rimandavamo ad un suo articolo apparso nel blog della  Associazione Europea delle Vie Francigene.

Luca è un giovane architetto, ma per quante impronte i suoi scarponi hanno lasciato sui sentieri di mezza Europa, per il fatto di essere una guida ufficiale AIGAE, e per quella che è la sua occupazione da 7 anni, possiamo definirlo – senza timori di smentite – un camminatore esperto ed un esperto, soprattutto, della Via Francigena (a noi di CAMCO particolarmente cara).

Riportiamo qua di seguito l’intera piacevole conversazione che abbiamo avuto con Luca.

E’ una intervista che rientra nel nostro filone editoriale di interviste a guide professioniste, a cui chiediamo di parlarci un minimo di loro, giusto per presentarsi, quale siano le tappe preferite del loro cammino del cuore, altre curiosità su queste tappe, e la nostra domanda classica: quale è quella cosa che mettono sempre nello zaino e a cui generalmente in pochi pensano.

Bando alle ciance, passiamo all’intervista con Luca!

Domanda: Luca, presentati ai nostri lettori!

Luca: Luca Faravelli, classe ’90, architetto.

Inizio a collaborare con AEVF (Associazione Europea delle Vie Francigene) nell’aprile 2017 per il progetto UNESCO. Chiamato per seguire a livello tecnico la fase preliminare, poi il framework, e ora ci stiamo spostando verso il dossier di candidatura UNESCO della Via Francigena. Quindi inizialmente ho supportato l’Associazione per questo e poi col tempo sono arrivato a gestire altre progettualità, convegni, eventi, così come camminate ed escursioni ovviamente come guida, e poi – per quanto insegnato nel corso da guida, ma anche per quanto appreso direttamente sul campo – attività di tracciatura dei percorsi, rilevazione delle criticità, della possibilità di fruizione.

L’anno scorso con la Regione Piemonte nell’ambito del progetto “Via Francigena for all”, abbiamo realizzato un progetto per valutare l’accessibilità di alcune trappe nel tratto canavesano e valsusino.

Queste sono alcune attività che svolgo e sono in linea con il profilo da guida escursionistica. Riepilogando: tracciamento dei percorsi, piani della segnaletica, e quant’altro.

Domanda: da quanto tempo sei guida?
Luca: Sono guida ambientale escursionistica iscritta ad AIGAE da gennaio 2021 per la regione Emilia-Romagna.

Domanda: quale cammino occupa un posto speciale nel tuo cuore e quale tratto in particolare?

Luca: la Via Francigena è lunga 3.200 Km, varianti escluse: 30 in Inghilterra, circa 900-1000 in Francia, circa 200 in Svizzera, in Italia sono grosso modo 1000 dal Gran San Bernardo a Roma e 800-900 da Roma a Santa Maria di Leuca (in questo caso includendo le varianti), poi i calcoli precisi è facile farli supportati dalla sezione del nostro portale dedicata alle tappe nelle varie nazioni.

Io dovrei averne percorsi circa il 70-75% del totale.
Quindi in Inghilterra tutti i 30km, in Francia buona parte in alta-Francia, quasi tutta la parte in Bourgogne-Franche-Comtè, alcune tappe in Svizzera, in Italia la Via Francigena l’ho camminata quasi tutta, forse mi manca un po’ della Puglia, la Campania l’ho fatta, il Lazio: sicuramente ne ho fatta metà, la Toscana tante tappe, i 30 km della Liguria li ho fatti, la Lombardia l’ho fatta per una tracciatura su tutto il percorso, sia pedonale che ciclabile, il Piemonte alcune, non tante, e la Val d’Aosta l’ho fatta tutta.

Verso Cassio
In cammino verso Cassio
Bardone
Bardone

Il pezzo di percorso che veramente mi affascina, probabilmente perché sono del posto, è il tratto da Fornovo di Taro a Pontremoli, quindi il tratto dell’Emilia-Romagna che entra poi in Toscana passando per il passo della Cisa.

Sono 3 tappe: Fornovo di Taro – Cassio, Cassio – Passo della Cisa, Passo della Cisa – Pontremoli.

Sono veramente stupende, è un tratto appenninico, ed è la prima volta che la Francigena incontra l’Appennino, e, come è noto, l’Appennino è diverso dalle Alpi, come conformazione e come tipologia di sentieri.
C’è questo continuo sali-scendi, a tratti impegnativo, a tratti magari più rilassante, comunque è “furbo”, l’appennino è “furbo”!

Domanda: Per quanto riguarda queste tre tappe, cosa è la “perla” della Via Francigena in questo tratto? Cosa non possono perdersi i nostri amici camminatori?

Luca: “perle” del cammino, al plurale. Voglio citarne almeno cinque.

Castello di Casola, che è una frazione a cui si arriva dall’alto, quindi si ha una visione su questo borghettino antico, medioevale, bellissimo.
La Pieve di Bardone, che è appena prima, molto carina, antica, molto ben tenuta.
L’arrivo a Monte Valoria, che sono quei 2/3 km di variante: invece che andare direttamente al Passo della Cisa, si passa dal Monte Valoria. Qui c’è il cippo del Ducato di Parma, del XIX secolo, particolarmente carino e da qui si ha una visione veramente veramente estesa, potenzialmente arrivi a vedere il mare e al contempo le Prealpi quando c’è una giornata eccezionale. È un luogo che porto nel cuore.
Quando poi si va dall’altra parte, si incontrano tanti piccoli paesini, all’interno del territorio del comune di Pontremoli in Toscana, ma un luogo veramente bello è il Ponte di Groppodalosio, in sasso, ben tenuto, meraviglioso, “scenografico” direi.
I Salti del Diavolo: conformazioni rocciose vicino a Cassio, dalla particolare storia geologica che può facilmente essere approfondita online.

 

Casola
Vista di Castello di Casola
Cippo
Cippo della Via Francigena

Domanda: una delle grandi gioie del pellegrino è il rifocillarsi dopo tante ore di cammino. Cosa è da assaggiare in questa parte dell’Italia?

Luca: Partendo dal territorio Emiliano, in quella parte lì i funghi la fanno da padrone; quindi, sicuramente questo è un cibo che nella stagione giusta va assolutamente assaggiato.
Se invece vai a Pontremoli, ovviamente hai i dolci locali; ci si avvicina alla Liguria e quindi si inizia ad avere un menù di dolci interessante.
Ci sono i testaroli, famosissimi, e forse un po’ meno famoso ma comunque da bere, è il “bianco oro”, un cocktail che non direi “leggero”, diciamo “interessante”, e la cui formula è segreta e quindi va sicuramente provato.
Preparati a berne almeno 2 o 3 perché al primo non riesci proprio a fermarti.

Domanda: periodo consigliato per percorrere queste tre tappe?

Luca: Io l’ho fatto in tutte le stagioni. Eviterei luglio e agosto perché è caldo. Io mi godo moltissimo l’invernale. L’ho fatto a novembre, a fine dicembre, a gennaio, ed è interessante. Carino d’inverno, ovviamente incontri meno gente. Io preferisco il freddo al caldo, quindi io lo suggerisco in invernale.
Naturalmente la natura magari ti offre meno in quel periodo, in alternativa un altro periodo stupendo per farlo è aprile. Aprile sicuramente è interessante.

Domanda: CAMCO è partner della Associazione Europea delle Vie Francigene per l’abbigliamento, che prodotto CAMCO hai, come ti trovi?

Luca: Veramente bene. Ho la maglietta Bisbìn.
Il materiale è perfetto: non punge, non tira, è morbido a sufficienza, e soprattutto traspira perfettamente! Assolutamente un prodotto che consiglio e sto già consigliando ai colleghi e non solo, perché è un prodotto veramente di qualità e quindi spero che molte persone possano conoscerlo perché veramente ha una validità eccezionale.

Domanda: una curiosità che abbiamo promesso a tutti i nostri lettori, come chicca dell’intervista: cosa metti sempre nello zaino a cui nessuno – o quasi – pensa?

Luca: io mi porto sempre lo scotch telato, quello spesso da pacchi, per le scarpe. Ovviamente se un pellegrino perde le scarpe o gli si danneggiano o banalmente gli si stacca la suola, lo scotch telato ti salva la vita. Quello bello largo, largo 3 dita.

Un altro strumento che ho ritenuto utile nella mia vita da guida e da escursionista (ho iniziato a camminare nel 2011 facendo il Cammino di Santiago – gli ultimi 120 km, che considero l’inizio della mia carriera da escursionista) è il fischietto!
È utile per farsi sentire, per segnalare la propria presenza, perché magari in certi casi si entra in territorio di caccia, ci sono cacciatori che girano, sicuramente devi stare sul sentiero, però fischiettare con un fischietto che abbia un suono più importante, un pochino più alto, è meglio.

(ndr: un elenco di altre cose utili che le guide professioniste mettono nel loro zaino è riportato nel nostro articolo “Cosa mettere nello zaino?“, in cui si ha anche un rimando proprio ad un articolo di Luca apparso sul blog dell’AEVF, in cui Luca ci dà consigli su come preparare il proprio kit di pronto soccorso).

berceto
In cammino verso Berceto

Domanda: prossimi cammini?

Luca: Oltre alla Via Francigena (ovviamente, ndr 😉), stavo valutando il Cammino dei Pescatori in Portogallo.
Non facile per l’organizzazione perché è un cammino abbastanza nuovo, però vedo che si sta strutturando bene, quindi mi piacerebbe avventurarmi su quello.
Poi, in bicicletta, avendo fatto la mia prima esperienza di cicloturismo fra Pescara e il Gargano lo scorso novembre, mi stavo interessando all’ Eurovelo 6: quello che attraversa a metà la Francia, passando vicino alla Loira e da Nantes, Orleans, Besançon.

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