SPEDIZIONE E RESO GRATUITI

Tagikistan: un’avventura su due ruote.

CAMCO in Tajikistan

Hai letto:

Con questo articolo del blog vi portiamo in un luogo esotico, nell’Asia più continentale: in Tagikistan.

I protagonisti di questo racconto sono Fabio e Mirco, due amici – e amici di CAMCO – che a settembre sono volati da Milano Malpensa alla volta di Istanbul e, dopo uno scalo di di circa 3 ore, sono ripartiti alla volta di Dushanbe, capitale del Tagikistan.

Con loro avevano le loro due biciclette, una tenda, e tutto quanto potesse renderli il più autonomi possibile con il minimo ingombro.

Dushanbe non era la loro destinazione finale. Qui, infatti, hanno preso un taxi collettivo e, con un viaggio di 12 ore circa, sono arrivati a Rŭshan, a circa 500km di distanza, verso est.

Rushan è un piccolo paese di circa 6.500 anime, a 2.000 metri di altitudine, al confine con l’Afghanistan.

Da Rushan è iniziata la loro avventura su due ruote (due a testa, ovviamente 😉).

Il percorso era costituito da un anello percorso in senso antiorario.
Inizialmente questo percorso si è sviluppato costeggiando il confine con l’Afghanistan, confine segnato dal fiume Pyandzh (o Panj) prima e dal Corridoio di Wakhan dopo, lungo la valle più povera del Tagikistan.

Da qua Fabio e Mirco hanno intrapreso l’ascesa verso il passo Kargush, a 4.200m di altitudine. Mirco ci racconta che è stato il passo più duro da affrontare, per via della strada a tratti sabbiosa o ghiaiosa, e l’oltrepassarlo li ha impegnati per due giorni e mezzo.

Lasciato alle spalle il Kargush sono tornati sulla M41, la Pamir Highway, che li ha portati sul passo più alto di tutto il loro viaggio, a 4.655 metri di altitudine: il passo Ak Baital, in linea d’aria a pochi kilometri ad ovest del confine con la Cina.

Per scendere da queste altitudini ai 2000 metri s.l.m. della Bartang Valley hanno impiegato 4 giorni, con una media di 60 km/giorno, percorsi lungo una strada dissestata costituita solo da ciottoli e sassi di fiume. Mirco ci descrive la Bartang come la valle più selvaggia del Tagikistan. Valle in cui, nel periodo primaverile, il fiume Bartang esonda spazzando via quella che con molta buona volontà si definisce “strada”.

Questo per la fredda cronaca del viaggio dal punto di vista dell’itinerario, durato due settimane, con un giorno di riposo a metà percorso.

In aggiunta a questo, Mirco ci racconta alcune curiosità, sensazioni, esperienze:

La gente è “stra-ospitale” e non si ricorda di quante persone ogni giorno gli offrissero un tè, per strada o in casa.
Nella prima metà del viaggio il pernottamento era presso guesthouses o in tenda, ma da lì in poi, non trovando più alloggi hanno capito che era sufficiente chiedere alle persone che si incontrassero in un villaggio per essere graditi ospiti in casa loro, o perché concedessero loro il giardino per potervi collocare la tenda.

Discorso analogo per il cibo: quando si chiedeva dove si potesse cenare o avere una colazione, venivano offerti e preparati i prodotti locali (soprattutto latte, uova, frutta e verdura), per i quali Mirco e Fabio si sono sempre sentiti di lasciare una offerta, visto che nessuno ha mai chiesto loro soldi in cambio di questa ospitalità.
Di contro, nei pochi negozi dei villaggi più grandi l’offerta di cibo lasciava molto a desiderare – più che altro snacks e cibi industriali, spesso scaduti.

Una curiosità ricorrente quando sentiamo i racconti di chi ha viaggiato in luoghi esotici è riferita ad eventuali incontri con animali selvatici: in questo caso Mirco racconta di aver incontrato per la prima volta in vita sua i cammelli, liberi di vagare per gli altipiani, allo stato brado.

P.S. Per la cronaca, non hanno mai avuto problemi di alcun tipo, a parte qualche foratura…ma è fisiologico avere questo tipo di inconveniente quando si macinano così tanti km, per di più su strade non asfaltate. Un inconveniente messo a preventivo e accolto con animo sereno.

Infine, una curiosità tutta nostra su come si fossero comportate le T-Shirt Bulètt Bisbìn di CAMCO, che sia Fabio che Mirco conoscono da ben prima di questa avventura, ma che con questa avventura venivano testate in situazioni ben lontane dalla quotidianità, anche quella di chi abbia una vita attiva.

Già apprezzavano da tempo le qualità relative al comfort termico, alla capacità di non far sviluppare odori anche nell’uso intenso e prolungato, all’eccezionale gestione dell’umidità corporea, e avevano così deciso di aggiungerle al loro bagaglio, in aderenza all’approccio “pochi capi funzionali”.

A consuntivo possono aggiungere che il non aver avuto ogni giorno la possibilità di lavare i capi non è stato un problema per le magliette, non appesantendosi queste di odori e umidità, e anzi: hanno spesso scelto di non lavarle pur avendone la possibilità perché se le ritrovavano fresche come a inizio tappa.

…e, nelle poche occasioni in cui hanno voluto lavarle, sono stati contenti di una ulteriore qualità del tessuto lana merino + TENCEL™: la straordinaria rapidità di asciugatura!

Qua di seguito molte foto di questo viaggio in bicicletta lungo le strade di montagna del Tajikistan. Molte… ma pur sempre solo una piccola parte di tutte quelle che Mirco e Fabio ci hanno fatto vedere. E’ stata dura selezionarle. Volevamo restare sulla decina di fotografie, ma erano troppe quelle che non si potevano proprio escludere.

Buona visione!

Il primo tratto, che costeggia l'Afghanistan e il Wakhan Corrdior:

Alcune fotografie tra le nostre preferite, ordinate casualmente

Ti è piaciuto l’articolo? Condividilo su Facebook:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi una e-mail nella tua casella di posta per essere sempre informato sulla pubblicazione di nuovi articoli:

ISCRIVITI ALLA nostra NEWSLETTER

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

ISCRIVITI